Scritto da Nina
Letto da Mia
“Io non ho mai….”.
E’ un gioco da adolescenti, ma tutto sommato dopo qualche bicchiere diventa sempre divertente. Soprattutto per me, che a volte sono un po’ timida e non mi piace stare al centro dell’attenzione.
E pensare che stasera non volevo nemmeno uscire.
Mi hanno convinta dei colleghi: “Dai che ti serve una serata di svago, sei sempre al computer, c’è una festa a casa di una ragazza”.
Così mi sono truccata, mi son data una sistemata e li ho raggiunti. Una minigonna corta ma non esagerata, Dr. Martens senza collant, crop top e giacca in pelle. Fuori la temperatura è piacevole, poi al chiuso non avrei sentito freddo.
Dopo circa due ore di musica, alcool e “cose” divertenti inalate con moderazione, ero su di giri. Eravamo su di giri. Così nessuno ha obiettato quando Mattia ha proposto di giocare a “io non ho mai”.
L’atmosfera si sarebbe riscaldata, le regole sono semplici: ci si siede in cerchio, ciascuno con un bicchiere. Un partecipante racconta agli altri una cosa che non ha mai fatto, e chi del gruppo l’ha fatta, beve uno shot o un sorso a seconda di quanto pesante è il gioco.
“Io non ho mai giocato a tennis”.
E chi ha giocato a tennis beve.
Ma quando si gioca, a parte qualche domanda per rompere il ghiaccio, a nessuno interessa sapere se tu abbia mai giocato a tennis.
Cominciano le domande personalii.
“Io non ho mai finto un orgasmo”, dici.
Bevo. Non sono la sola, ma i tuoi occhi cercano me.
C’è connessione.
Solo in quell’istante lo capisco: sei lesbica, o bisessuale, o non importa.
Ti piacciono le ragazze, e nello specifico ti piaccio io.
“Marlene”, ti sei presentata squadrandomi. Pensavo sentissi competizione, da padrona di casa magari non ti faceva piacere avere una sconosciuta alla festa, potenziale concorrente per i ragazzi più carini tipo Fede e Giacomo. Infatti avevo risposto remissiva, evitando lo sguardo. “Mia”. Credevo che il mezzo ghigno che ne era seguito da parte tua fosse una reazione alla “vittoria”. Invece mi sbagliavo, eccome se mi sbagliavo.
L’occasione per svoltare ce l’ha data il “io non ho mai” di Mattia.
Gay dichiarato. “Io non ho mai baciato una ragazza”, seguito da un sorso perché poi, ci spiega, in realtà fino ai 18 anni le baciava “per fare pratica”. Bevo un lungo sorso. E ovviamente anche tu.
A quel punto, anche se gli altri non capiscono, tra me e te diventa sfida: tu mi provochi, io ti faccio intendere la mia intenzione di approfondire.
E quando ritocca a me faccio la stronza.
“Non ho mai baciato una ragazza a una festa davanti ad altre persone”.
Bevo, perché non è vero.
E poi, il gruppo mi incita a farlo. Mi avvicino a te.
Ma scelgo Elena che siede al tuo fianco.
Ridacchia imbarazzata ma non si tira indietro.
Un bacio leggero, la bocca socchiusa, la mia lingua accarezza le sue labbra. Mentre la bacio tra il casino del pubblico che ci incita, non stacco gli occhi da te. E i tuoi non sono occhi di invidia, sono occhi di desiderio.
C’è una pausa.
I ragazzi rollano una canna, tu vai in bagno e io ti seguo perché scappa anche a me.
Quando esci, mi sorridi enigmatica. “Sei Mia, vero?”.
E’ una domanda, forse non ricordi davvero il mio nome, ci siamo presentate qualche bicchiere fa.
Ma per me è un’affermazione.
A cui rispondo da vera oca. “Sì, sono tua”.
I tuoi occhi brillano, correggo subito il tiro scherzosa: “Cioè, sono Mia, sì”.
Al che ti avvicini, sempre di più.
Seguo con gli occhi la tua mano che sfiorandomi il seno, la pancia, scivola sotto alla mia gonna, trattengo il fiato, mi batte il cuore.
Socchiudo gli occhi, aspetto un tuo bacio.
Ma non arriva, perché semplicemente mi porti due dita alla bocca.
Le succhio e le lecco, ipnotizzata dai tuoi gesti.
Sanno di me. Poi le sposti tra le tue labbra.
“Sì, confermo, stasera sei proprio Mia. Appena se ne vanno gli altri, sei tutta mia”.
A questo punto non capisco più nulla. Sento il mio desiderio esplodere.
Voglio essere tua, il tuo giocattolo.
Quando tutto finisce rimangono i portaceneri colmi, bicchieri ovunque.
Scendo giù con i miei amici per non destare sospetti.
“Torno da sola, non preoccupatevi, sto qui vicino”, mento dando la buonanotte ai miei amici, e appena posso torno indietro, ti citofono, e salgo su, di nuovo.
Sei lì, sullo stipite della porta.
Mi baci subito con foga, e mi accorgo del piercing sulla lingua.
“Io non sono mai stata leccata da una ragazza con il piercing sulla lingua…”.
I tuoi baci si fanno sempre più audaci, siamo contro il muro e mi accompagni per mano nella stanza più vicina; è il soggiorno.
Mi sbatti sul divano senza troppi complimenti, ho appena il tempo per togliere le Dr. Mertens e i calzini. Sento le tue mani ovunque, mi brami.
Che meraviglia, come sono meravigliose le tue tette.
Le tiro fuori dal tuo reggiseno senza troppi complimenti e inizio a baciarti dolcemente le areole, a leccarti.
Quanto le vorrei così, sarà una terza misura massimo ma rispetto alle mie sembrano enormi.
Debordi femminilità, anche quando alzi la mia gonna e il tuo vestito e inizi a strofinare il tuo sesso nudo contro il mio.
Senza perdere tempo a stuzzicarmi inserisci subito il medio dentro di me. Così. Mh mh.
Sei bra-vis-si-ma.
Sono tanto bagnata e sento il rumore delle tue dita che si muovono dentro di me: è un suono dolce, che i nostri mugolii non coprono.
Stai andando subito fino in fondo, con parte della falange riesci a stimolare il mio clitoride. Ma non mi basta.
“Leccami ti prego non ce la faccio più”, ti imploro mentre in qualche modo cerco di ricambiare. Sei bagnata anche tu, ma non avevo nessun dubbio a riguardo.
Mi fai alzare. “Andiamo di là, che stiamo più comode”.
Rimango nuda, e tu anche.
Ti bacio, e riprovo a toccarti in mezzo alle gambe ma tu mi scaraventi sul letto, la luce è soffusa, siamo vicine e riesco a vederti abbastanza bene:
“Io non ho mai conosciuto una che si bagna così”, mi dici facendo il verso al gioco che ci ha fatte andare fuori di testa.
“Ma bevo lo stesso”, e ti precipiti a darmi una lappata proprio lì.
Rapida, giusto il tempo di sentire la punta della tua lingua sulle mie grandi labbra.
Poi risali, mi baci, e ti metti distesa a fianco a me, ma mentre lo fai entri di nuovo, questa volta con medio e indice della mano destra, e io ho un sussulto.
Mugolo e comincio ad avere il respiro corto man mano che tu prosegui.
“Non avrai bisogno di fingere, con me, tesoro”, mi dici.
Io non so cosa rispondere. Però voglio continuare a divertirmi a questo gioco con te.
“Io…. io non sono mai riuscita a squirtare”.
Il silenzio dura un attimo, la tua risposta è una raggelante promessa:
“Sfida accettata troietta”.
Tenendo dentro due dita in me cominci a leccarmi dall’interno coscia, è una lenta tortura a cui mi concedo volentieri.
Appena arrivi di nuovo tra le mie gambe, tiri fuori la lingua e batti subito con il piercing sul mio clitoride, ti prego smettila perchè se no….se no vengo subito e non vale.
Le dita dentro di me da due diventano tre, cambia il ritmo, alterni baci, leccate profonde e posizione.
E’ qualcosa di sconvolgente e mi dimeno come se fossi posseduta.
Sei tu che mi possiedi.
“Tieni ferme le mani dietro la testa, è un ordine”, mi sussurri, e io non posso che eseguire.
Non osare fermarti Marlene, sono così vicina all’orgasmo, ma non mi basta. Me lo rantoli mentre metti le dita a uncino in profondità: “Se ti scappa la pipì, non tenerla, non te la fai addosso, tranquilla”.
Io non ragiono più.
Mi dimeno, e con le mani dietro alla testa tormento il cuscino mentre l’orgasmo monta sempre di più, e allora tu sempre con le dita dentro, mi dai dei colpetti con la lingua sul clito. Oooh.
E’ come una frustata. Comincio a tremare e venire, il cervello si disconnette e si stacca completamente dal mio corpo, in preda agli spasmi.
Tu ti sei scostata solo leggermente e mi hai tolto le dita improvvisamente, e io… io spruzzo.
Non come nei film, ma a questo punto ho come un black out.
Mi sento svenire. Non sono mai venuta così, non ho mai vissuto una cosa così intensa in vita mia.
Mi dai un bacio sulle labbra, leggero, e sento l’odore di me sulla tua guancia. Lo lecco e ti bacio.
Riapro gli occhi lentamente, e il lenzuolo sotto di me è completamente intriso dei miei umori. Ce l’hai fatta, Marlene. Sorrido.
“Io non ho mai avuto un orgasmo del genere”.
“Sfida vinta, troietta. Ora sei davvero Mia”, mi dici prima di ordinarmi di contraccambiare.
Ho come il presentimento che questo gioco andrà avanti ancora un po’.
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