Scritto da Nina
Letto da Andrea
Sono le tre di notte, non ci sarà nessuno fuori.
Usciamo dalla nostra camera d’hotel, percorriamo il corridoio e scendiamo verso la sala per le colazioni.
Entriamo, le luci sono automatiche, si accendono. I tavoli sono pronti per i clienti. E parte delle colazione è già disposta in maniera ordinata sui tavoli del buffet.Ci sediamo a mangiare.
Sembrerebbe tutto quasi normale, se non fosse che io sono in mutande, e tu indossi solo la mia camicia.
Siamo nudi. Ubriachi e mezzi nudi!
La preoccupazione che arrivi qualcuno non esiste, ma sappiamo bene che potrebbe succedere.
Iniziamo a chiacchierare, e ci viene in mente di cercare ancora una bottiglia di vino dietro al bar. Ti allontani mentre entrambi ridiamo di questa idea stupida ed eccoti! L’hai trovata! La tieni in alto con aria vittoriosa, nell’altra mano un apribottiglie. Cammini verso di me ancheggiando, in punta di piedi…è un balletto della vittoria.
Come sei bella. Mi piace guardarti. E sei ancora più bella quando sorridi. Apri la bottiglia e versi un po’ di vino nelle tazze da tè che ci sono sul tavolo.
Mi piace questa colazione, vino e fette biscottate. Ti osservo mentre con il coltello spalmi un po’ di marmellata…lo fai con molta attenzione, anche se ogni tanto mentre parli alzi lo sguardo verso di me.
Dai un morso e ti rimane qualche briciola sotto il mento, il che non so perchè ma mi fa sorridere.
Mi alzo dalla mia sedia con un tovagliolo in mano, e lo passo delicatamente sul tuo mento. Poi vengo alle tue spalle, lo spiego e ti bendo.
Tu mi lasci fare, solo una leggera risata, un po’ timida, un po’ eccitata.
Passo una mano tra i tuoi capelli, poi mi abbasso verso di te e inizio a baciarti il collo, poi le spalle.
Il tuo corpo vibra di eccitazione, mentre sento il mio cazzo diventare duro (sussurrato), te lo dico in un orecchio e tu sospiri.
Sospiri e mi dici che non vedi l’ora… mi tolgo i boxer velocemente, anche io non vedo l’ora…
Bacio il tuo seno, strizzo i capezzoli, so che ti piace, delicatamente però.
Vedo chiaramente i brividi sulle tue braccia…comincio ad accarezzartele con le dita, scorrendo fino alle tue mani, ne prendo una e ti faccio sentire la mia eccitazione.
Ti invito con un movimento gentile a leccarlo. Tu non ti tiri indietro. Anzi.
Però ti fermo. E ti chiedo di rimetterti seduta sulla sedia, dritta.
Io mi abbasso, davanti a te, ti accarezzo la pancia, i fianchi.
Le mie mani si congiungono quasi misticamente al centro della tua eccitazione, tra le tue gambe.
Sei già bagnata, io ti massaggio e lo vedo che già non resisti più. La tua mano si unisce alla mia e così mentre io ti sto penetrando con le dita, tu sfiori il tuo clitoride.
Il desiderio si fa spazio tra le tue gambe, che si aprono. Cominci a gemere. Inarchi la schiena.Allunghi le braccia intorno alla mia testa, portandomi a te e cerchi la mia bocca con la tua. Mi baci e io ricambio avidamente.
Mi guardo in giro, non c’è nessuno, sono sorpreso perché i tuoi ultimi versi non sono stati silenziosi.
Mi viene in mente che se c’è un bar, ci sarà anche una macchina del ghiaccio. Infatti, eccola lì dietro al bancone.
Prendo alcuni cubetti, li porto verso di te sul palmo della mano, uno me lo infilo in bocca e te lo passo con la lingua, nella tua bocca. Prendo in bocca anche il secondo cubetto, ma lo tengo lì, tra i denti.
Lo passo sui tuoi capezzoli, che si inturgidiscono ancora di più. Sei eccitata e confusa, la sensazione è a metà tra il piacere e il fastidio.
Sorridi. Stai cercando di capire da sotto la benda quello che faccio.
Senza vedere tutti gli altri sensi si accentuano.
Così mi abbasso ancora verso il tuo pube, afferro il cubetto coi denti e lo passo intorno alla tua figa. Il calore della tua pelle scioglie il ghiaccio e rende il cubetto liscio.
Il brivido di piacere si mischia col brivido del freddo. Ora infilo il mio dito medio tra le piccole labbra e lo muovo avanti e indietro ritmicamente. Afferro il ghiacciolo tra le dita e lo passo sul tuo ano e allo stesso tempo la mia lingua comincia a leccarti il clitoride.
Mi afferri la testa tra le mani e cominci ad agitarti. Mi chiedi se c’è qualcuno, se qualcuno ci vede, se qualcuno ti sente. Io ti rispondo che non mi interessa, e in effetti con la mia bocca su di te, non mi guardo intorno, sono troppo eccitato.
E, in fondo, non me ne frega un cazzo.
Tu gemi, ti sento sempre più bagnata. I tuoi muscoli si contraggono e sento che stai per venire, il tuo respiro si fa più frequente, più profondo. La pancia rientra e rilasci un sospiro liberatorio accompagnato da un verso di piacere. Le nostre mani si uniscono e ci stringiamo con forza. Sei venuta proprio mentre ti leccavo.
Attendo alcuni secondi per farti riprendere fiato.
Come stai?
Ti bacio dolcemente sulla bocca, poi ti giro e sai già cosa voglio e come ti voglio. Sdrai la tua schiena sul tavolo facendo volare una tazza e qualche posata. Ti voglio. Ti prendo.
Ti penetro come se fosse la prima volta, con forza. Sento che sto per scoppiare, ogni spinta mi fa impazzire…e poi finalmente ti esplodo dentro e tu, sentendo me che godo così, urli e vieni insieme a me.
Ti sposto il tovagliolo dagli occhi, ci guardiamo, con occhi stanchi e divertiti.
Ma i nostri sguardi non sono gli unici a incrociarsi. Sull’entrata della sala vedo con la coda dell’occhio due signori che velocemente distolgono l’attenzione da noi e si allontanano.
Noi scoppiamo a ridere e ci ricomponiamo rapidamente, abbandoniamo il tavolo lì com’è e a passo svelto ritornando verso la nostra camera.
I signori, li nel corridoio, girano la testa verso di noi, decisamente imbarazzati, li salutiamo con un cenno della mano congedandoci. Ci piace immaginare che si siano divertiti anche loro.